giorno 18: LAST DAY in PARADISE

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Ci si può annoiare in Paradiso?

Eccome. E il bello è che riesco pure a sentirmi in colpa per questo.

Sono giorni che non facciamo altro che oziare, lasciando le chiappe ammollo in un mare azzurro come una piscina, parlando del nulla e seguendo una dieta monastica a base di pancake alla Nutella, pesce alla griglia, cocco e birre Tiger. Ogni sera guardo il sole sciogliersi nel mare, trasformando tutto in un’esplosione di arancio e oro.

Praticamente, il sogno ad occhi aperti di qualsiasi impiegato bloccato in ufficio.

Eppure… eppure quando mi dondolo piano su un’amaca di corda, con i nodi che mi si stampano sulla pelle, sento che qualcosa non va.

Sarà la compagnia? Probabile. Non siamo esattamente un gruppo ben assortito.

Sarà che non sono davvero riuscita a staccare e continuo a pensare a casa? Sicuro.

Ogni momento di noia, ogni frase passivo-aggressiva, ogni spunta blu controllata di nascosto, ogni discussione lasciata a metà: tutto si è trasformato in una collezione di piccole frustrazioni. E io, invece di accettare la situazione per quella che è, ho passato il tempo a farmi una colpa per l’aspettativa delusa di divertirmi tantissimo.

Forse avrei solo dovuto smettere di tormentarmi.

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