La seconda alba sul ponte è più intensa, tutta arancione e azzurra, e sui nostri sacchi a pelo c’è un velo di umidità. Ho imparato a riconoscere come si svegliano i miei compagni: Vale mi sorride e dice «Buongiorno signorina», Livia si stropiccia gli occhi in silenzio, mentre Riccardo borbotta una lunga serie di «No, no, no». Se gli metto in mano un bicchiere di caffè, lo nota solo quando è ormai freddo.
Quando la luce cambia e diventa uniforme, è il momento di saltare fuori dal sacco a pelo e togliersi in fretta felpe e piumini, perché il sole inizierà a scaldare molto presto.

La sera prima, il mio outfit ha toccato vette di dubbia eleganza: pantaloncini a fiori, ciabatte borchiate e un piumino nero indossati insieme. Simone, con la sua torcia frontale, si è messo a sistemare barbe e capelli a tutti. A me ha detto che mi vedrebbe bene con un sidecut. «Te lo faccio», ha scherzato. «Domani ti svegli con mezza testa rasata.»
Ormai la privacy è un lontano ricordo, così come la vergogna. Ci si lava i denti in gruppo, le playlist personali non esistono più, e i cellulari sono coperti di ditate di protezione solare. Il mio ha quasi fatto un tuffo in un piatto di nasi goreng. «Siete delle bestie!», ho detto. Andrea mi ha risposto ridendo: «Solo adesso l’hai capito?»

Il giro della barca può richiedere anche venti minuti, perché ogni passo è interrotto da qualcuno che chiede qualcosa: “Dov’è tizio?”, “A che ora si mangia?”, o “Mi aiuti a strizzare l’asciugamano?”. Ecco Riccardo: «Proprio adesso?» «Sì, proprio adesso.»
A un certo punto, mentre risalgo dalla cabina, sento Martina gridare: «I delfini! Venite subito, ci sono i delfini!» Ed è stato incredibile vederli sfrecciare davanti alla prua. Persino i marinai indonesiani, che passano più tempo in mare che a terra, si sono messi a fischiare e a fare baccano con noi.

Uno dei luoghi più affascinanti per le immersioni e lo snorkeling in Indonesia è Manta Point. Qui si può avvistare abbastanza facilmente le mante giganti, che vengono a nutrirsi e farsi “pulire” dai piccoli pesci. Oltre alle mante, l’area è popolata da tartarughe marine, squali di barriera e pesci di ogni tipo. Le mante possono avere un’apertura alare che arriva fino a 5 metri, e vederle volteggiare con eleganza nell’acqua cristallina è davvero emozionante.
Manta Point è tra le isole di Komodo e Rinca, e le correnti marine attirano una grande varietà di vita marina, dalle mante ai pesci tropicali, e ovviamente i coralli colorati. È un punto perfetto sia per i sub esperti che per chi pratica snorkeling, anche se le forti correnti possono rendere la nuotata impegnativa. Non è raro avvistare più mante insieme, che sembrano quasi danzare sott’acqua.

Siamo disordinati e un po’ debosciati. Dopo l’immersione a Manta Point, stavo addirittura tornando verso la barca sbagliata. Solo tirando fuori la testa dall’acqua mi sono accorta che stavo nuotando verso un phinisi verde brillante, tutto preciso e decorato con bandierine colorate. La nostra barca, ovviamente, era quella accanto, azzurra, scrostata e piena di panni stesi svolazzanti, in perfetto stile Quartieri Spagnoli.
A fine giornata ci hanno portati su un minuscolo atollo in mezzo al mare, tutto bianco. L’acqua del mare aveva una temperatura perfetta. Mancava solo… Ci ha pensato Giada: ha fatto un’entrata trionfale, insieme a due ragazzi dell’equipaggio, a bordo della piccola lancia un po’ sbilenca che imbarca acqua, con una stecca di sigarette indonesiane e una bella cassa di Bintang da berci a mollo.
Il tramonto era di un viola irreale. Un po’ come tutto il resto.


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