giorno 6: SUMBA

Published by

on

Non metto più nemmeno la sveglia; mi sveglio automaticamente quando sento che qualcuno si muove. Quanto ai galli che cantano a tutte le ore, li maledico a occhi chiusi. Sono convinta che li facciano combattere, anche se mi hanno detto di no. Però, a colazione c’era un tipo con una Kawasaki Ninja verde che accarezzava un galletto che sembrava piuttosto fiero di sé. C’era anche uno strano personaggio in giacca mimetica e senza dentiera, che cercava di vendere collanine, massaggi e qualsiasi altra cosa.

Il nostro adattamento a Sumba procede bene. Ora, quando ci laviamo con secchiate di acqua fredda, non strilliamo più tanto. L’ultima volta ho addirittura detto di sentirmi “rigenerata”. Abbiamo teso dei fili per la biancheria e fatto il bucato con un paio di secchi nel patio. Come previsto, non è asciugato niente, e la mattina abbiamo appeso i panni davanti ai finestrini aperti del pullman.

La spiaggia è un deserto di sabbia bianca quasi accecante, il mare è turchese e cristallino. Non c’è anima viva, solo noi e un paio di tavole da surf, che ci hanno gentilmente procurato, anche se surfare qui è un’impresa impossibile. Ci trattano con mille attenzioni, vogliono essere sicuri che siamo felici, che tutto fili liscio.

“Ma vi rendete conto? Siamo su una spiaggia deserta a bere latte di cocco direttamente dalla noce.”

Ci pensiamo, eccome. È una di quelle immagini da tenere strette per affrontare il grigiore dell’inverno. Mr. Jack ci fa grigliare pesci freschissimi, che mangiamo con le mani, usando foglie di palma come piatti.

Ci godiamo il tramonto sorseggiando Bintang, fino a che la luce svanisce del tutto. Potrei abituarmici? No, probabilmente no. E va bene così, anche se per tornare dobbiamo camminare al buio con le torce frontali, inciampando tra gli arbusti. E va bene anche se finiamo a cena da Fanny, una tizia che sembra cinese (forse?), ma che riesce a sbagliare ogni singola ordinazione. I piatti non arrivano mai, e l’attesa media è di un’ora e un quarto, giusto per farci un’idea.

Magari da Fanny ci siamo presi la salmonella. Ma, sai una cosa? Pazienza anche per quello.

Le spiagge di Sumba sono tra le più incontaminate e selvagge dell’Indonesia, caratterizzate da sabbia bianca, acque cristalline e paesaggi mozzafiato. Sono lontane dal turismo di massa e offrono un’esperienza autentica, dove spesso ci si trova soli o in compagnia di qualche pescatore locale.

  • Spiaggia di Nihiwatu: Forse la più famosa, è conosciuta per essere un paradiso per i surfisti grazie alle sue onde perfette. È anche la sede del lussuoso resort Nihiwatu, che ha contribuito a rendere questa spiaggia una delle mete più esclusive dell’isola.
  • Spiaggia di Marosi: Questa spiaggia è perfetta per rilassarsi e godersi il panorama, con le sue ampie distese di sabbia dorata e le onde che si infrangono dolcemente sulla riva. È una tappa tranquilla, dove si possono fare lunghe passeggiate senza incontrare quasi nessuno.
  • Spiaggia di Mandorak: Situata su una piccola baia, è una delle più pittoresche. Mandorak è racchiusa da scogliere rocciose e offre un’acqua turchese spettacolare, perfetta per nuotare o semplicemente per godersi il paesaggio.
  • Laguna di Weekuri: Non è una spiaggia, ma merita una menzione per la sua incredibile bellezza. Questa laguna d’acqua salata è di un verde smeraldo, circondata da rocce calcaree. È un luogo incantevole per fare un bagno o esplorare le sue acque calme e limpide.
  • Spiaggia di Tarimbang: Rinomata tra i surfisti più esperti, Tarimbang è isolata e difficile da raggiungere, ma ricompensa gli sforzi con onde perfette e una spiaggia quasi deserta. Il paesaggio è spettacolare, con alte scogliere che si affacciano sull’oceano.

Leave a comment

Davvero hai letto tutto fino a qui?

Magari vuoi offrimi un caffè? Sai, ne bevo tanti…

€1.00
€3.00
€5.00

Oppure scegli tu


Grazie mille!

Donate
Previous Post
Next Post