Verso le cinque del mattino, mi ha svegliato una porta che si apriva, un’altra che si chiudeva, un raggio di luce e passi furtivi.
“Silvia, c’è qualcuno. Sono ladri?”
“Ma no, è solo Fulvio che segue l’ippopotamo. Dormi.”
Abbiamo passato la mattinata a caccia di leoni, perlustrando in lungo e in largo il Queen Elizabeth National Park. Le gazzelle si aggiravano tranquille, come clienti che fanno shopping nel reparto orto-frutta dell’Esselunga. E ancora, niente leoni.

Verso il Kazinga Channel, ci siamo fermati fuori (e sottolineo fuori) da un resort super lusso, dove un ranger ha preso nota dei nostri nomi. Nel giardino, ho visto delle manguste che dormivano tutte abbracciate. Adoro le manguste.
La mangusta è un piccolo mammifero carnivoro dall’aspetto adorabile e un po’ sfrontato, ricoperto di pelliccia striata o maculata. Nonostante le dimensioni ridotte e il suo aspetto coccoloso, è un vero guerriero della savana. È famosa per la sua incredibile agilità e per la capacità di affrontare e uccidere serpenti velenosi come i mamba. Dopo aver vinto una battaglia epica, la mangusta si gode il riposo, spesso accoccolata in gruppo con le sue compagne, abbracciandosi per dormire in un dolcissimo mucchietto di pelliccia.

Il pomeriggio in barca sul canale è stato piacevole. Il Kazinga Channel è un canale naturale di 32 km che collega il Lago George e il Lago Edward, situato all’interno del Queen Elizabeth National Park. Navigando lungo il Kazinga, si possono avvistare da vicino ippopotami, coccodrilli, elefanti, bufali e una miriade di uccelli acquatici, che si muovono pigramente lungo le rive.
Gli ippopotami facevano capolino dall’acqua, ma ogni volta che aprivano la bocca, non eravamo mai abbastanza veloci per immortalarli. E poi c’erano le famigliole di elefanti, che passeggiavano tranquille, con quei loro culoni imponenti e le smagliature.
Ormai ci eravamo rassegnati alle docce fredde nel blocco reception, all’assenza di corrente, acqua potabile, copertura di rete o qualunque altra comodità. A quel punto, sono arrivati anche i moscerini. Per tornare in camera abbiamo pensato bene di cercare di ubriacarci di Amarula. In fin dei conti, era l’unica cosa che sembrava funzionare.

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