
Il film “The Hostel” è ambientato a Bratislava, così ho pensato fosse giusto prenotare un ostello quando ci sono andata. Ho perfino guardato il film qualche giorno prima.
Sto scrivendo dalla sala comune proprio ora, circondata da un russo che sfoglia siti di incontri e quattro britannici intenti a giocare a calcio balilla. In TV ci sono le Olimpiadi.
Quindi sono ancora viva.
Durante le quattro ore di treno abbiamo tenuto un acceso dibattito sulla politica italiana, peccato che nessuno potesse capire.
Di Bratislava adoro i murales sparsi per la città, i pub vivaci nel centro, la birra fresca e le torte al cioccolato.
Ho rotto la valigia, ma almeno ho imparato a giocare a scopone.
Tutto sommato, non è stato poi così male.

Andando dal quartiere periferico verso il centro, sembrava quasi che sulla Slovacchia si fosse abbattuta un’apocalisse zombie di cui non eravamo stati avvertiti. La prima impressione con Bratislava potrebbe facilmente essere tipo: “Ma dove sono capitata? E perché sono qui?”. Ma una volta che si arriva in centro, è come essere in Svizzera.
Il cuore della città è formato da quattro strade principali, tutte pulite e ordinate alla perfezione, con facciate in intonaco fresco, aiuole piene di gerani, bei negozi e ottimi bar e birrerie dove si mangia e si beve bene senza spendere un patrimonio. Ricordo chiaramente torte a più strati e caffè shakerati con gelato e panna montata.
C’è anche una discoteca in un seminterrato che sembra uscita direttamente dalla serie TV “Misfits”, con una folla pazzesca che mi ha fatto perdere una dozzina di chiamate mentre cercavo di proteggere la borsa.

Da non perdere la chiesetta ortodossa che sembra una torta di zucchero; quando ci sono passata, c’era addirittura un matrimonio in corso.
Passeggiando lungo il fiume, non si può non notare un edificio futuristico che ricorda Seattle o “Men in Black”. Dovrebbe essere un ristorante, ma non ho la più pallida idea di come ci si possa arrivare.
Un posto di discutibile gusto è, invece, la stazione ferroviaria. Ho cercato a lungo qualcosa per fare colazione senza successo, quindi è meglio portarsi delle scorte, fare un bel respiro profondo e ricordarsi che si è lì solo di passaggio.

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